sabato 16 febbraio 2008

Compiti a casa, vietati nel fine settimana

L’allora ministro dell’Istruzione, Mario Ferrari Aggradi, ebbe un occhio di riguardo per i giovani studenti costretti a trascorrere i fine settimana sui libri e appose la propria firma a una circolare che non risulta essere mai stata in seguito smentita.«In considerazione del duplice ordine di esigenze finora prospettate, questo Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo…»Era il 1969 e in Italia la contestazione studentesca avviata l’anno precedente aveva fatto emergere la necessità da parte delle istituzioni di guardare al mondo scolastico con una maggiore apertura.La circolare ministeriale del 14 maggio segna una svolta, ma il documento si rifà a un precedente importante, datato 20 febbraio 1964, avente per oggetto: "Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe". Fu allora che per la prima volta si richiamò l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti sulla necessità di non sottoporre gli alunni a un carico eccessivo di lavoro per i compiti da svolgere a casa.Le motivazioni che spingono le autorità a “bacchettare” gli insegnanti troppo esigenti sono attuali ancora oggi: il tempo libero può avere una funzione estremamente educativa - spiega il ministero - rappresenta momenti in cui i giovani possono dedicarsi ad attività ricreative, artistiche, sportive che concorrono alla crescita e alla formazione dell’individuo. Non deve accadere che i libri di testo prevalgano sulla percezione del mondo esterno che ogni studente deve aver modo di cogliere e di elaborare, libero dell’ambito scolastico. Vanno inoltre preservati quegli spazi, nel fine settimana, che rappresentano spesso uno dei rari momenti di incontro senza impegni tra genitori e figli.La disposizione del Ministero chiarisce anche che per “rendere più completa e integrata l'azione educativa della scuola” gli insegnanti devono pertanto evitare di fissare interrogazioni o verifiche in classe nel giorno successivo a un festivo, fatte salve rare eccezioni (periodo di scrutini o materie particolari).Se l’Ocse rivelava che i nostri studenti, nel 2003, dedicavano quasi il doppio delle ore settimanali ai compiti a casa rispetto alla media dei quindicenni europei, è pur vero che la stessa fonte ha posto i nostri alunni tra i più somari d’Europa. Che non dipenda dai compiti a casa il rendimento scolastico dei ragazzi italiani?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Gianluca Pistore ha detto...

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